La tenuta sul mare ha una storia secolare: alla fine del ’700 proprietà borbonica, nell’800 meta di svago per i nobili napoletani in fuga dalla città, in seguito abitata da cugini di zar russi, infine acquistata nel 1958 da un ingegnere-imprenditore, Roberto Fernandes.
All’inizio degli anni Sessanta, la proprietà comprendeva la Villa Borbonica (poi Cortchacow), e un parco di 27.000 mq con essenze rare, punteggiato da edifici più piccoli: la Foresteria, la Villa Svizzera, la Serra della Principessa e il Giardino d’inverno, dove in seguito Ponti realizzerà la piscina – piccolo specchio di acqua salata con penisole, piccoli isolotti di approdo e un trampolino-scala che emerge slanciato dal blu come un pesce o uno scoglio.
Accanto alla Villa, un castello in stile gotico-inglese, rimasto incompiuto, che i vecchi proprietari Cortchacow fecero costruire come dacia dei Romanoff.
Al suo posto verrà costruito Parco dei Principi.
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Vista dalla terrazza-belvedere
A Ponti Fernandes si rivolge su consiglio di Michele Mottola, al tempo vicedirettore del “Corriere della Sera”: tra i due nasce un’amicizia che li unirà al di là dalla collaborazione professionale (per altri due alberghi, a Napoli nel 1953 e a Roma, dal 1961 al 1964).
L’architetto inizia a lavorare all’albergo nel 1960; trae spunto dalla preesistenza – per l’andamento delle altezze, la disposizione in pianta dei volumi e l’effetto scenografico dal giardino e dal mare – ma elabora un progetto che ha tutti gli elementi peculiari della sua poetica: il lavoro sulle superfici, il linearismo e il verticalismo, gli “occhi visuali”, la decorazione, la leggerezza, gli scorci paesaggistici.
Disegna Sorrento da lontano; realizza 38 piante e 30 prospetti (15 per la facciata a nord verso il mare, 8 per quella a sud verso il parco e 7 per quella est); del piano terreno fa diverse versioni, mentre mantiene costante fin dall’inizio l’impianto delle 100 camere, distribuite sui 4 piani fuori terra (più due interrati) e sui quattro fronti, con molte stanze comunicanti e spazi distributivi ampi e attrezzati.
Il sopraluogo nell’agosto 1961 sarà per Ponti l’occasione per verificare i disegni e rivedere alcune scelte. Produrrà 12 pagine di commenti e schizzi che verranno ri-analizzati al ritorno a Milano e quindi comunicati all’ingegnere direttore dei lavori per l’ultimazione del cantiere.
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Pianta del piano terreno con i coni ottici. Courtesy Archivio Fernandes-Naldi
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Pianta del piano terreno con l’abaco delle pavimentazioni. Courtesy Archivio Fernandes-Naldi
Sulla cima del promontorio, il complesso è una presenza lieve e sobria, ancorata alla roccia grazie ai due livelli scavati nel tufo, ma slanciata verso l’alto per via dei setti murari che scandiscono il ritmo dei volumi. Un intonaco candido la avvolge, interrompendosi solo in corrispondenza delle aperture: aria, luce e il blu del mare entrano nelle camere, mentre la vista sfugge attraverso le vetrate in cerca dell’orizzonte, in uno scambio continuo.
Le facciate sono trattate come superfici indipendenti: una reca il segno orizzontale delle fasce continue dei balconi, un’altra è definita da una scacchiera di logge coperte e piccole terrazze, altre ancora sono punteggiate da “tribunette” aggettanti incorniciate di bianco, alternate a bucature di dimensioni diverse e rientranze ricavate nello spessore della muratura. Le ombre animano il bianco dell’intonaco, lo riempiono e svuotano a seconda del passare delle ore della giornata. Non mancano gli ornamenti esterni: nei suoi prospetti ripassati a pastello, Ponti disegna anche le tende della facciata sul mare (morbide, bianche e blu) e la guglia in ferro sul prospetto principale, che slancia ancor più verso l’alto l’intera struttura.
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Foto Marco Zuppetta
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Prospetto est
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Prospetto sud
Gio Ponti procede per singole superfici anche in pianta: collega o isola, esalta o nasconde gli ambienti attraverso la decorazione dei pavimenti.
Riproponendo gli esperimenti fatti per le ville Arreaza a Caracas (1956) e Nemazee a Teheran (1957-64), applica anche a Sorrento il principio della bicromia e disegna 30 decori diversi in bianco e blu usando un solo modulo di piastrella (20×20 cm, dell’azienda salentina D’Agostino); i motivi sono geometrici o naturalistici, ciascuno con un diverso numero di possibili composizioni (da zero a quattro).
“Sono un architetto fallito e un pittore mancato, perché la mia vocazione è quella di dipingere!”.
Per ogni camera indica la combinazione scelta, lasciando i servizi finiti a gres a mosaico, e i corridoi piastrellati in maioliche “Blu Ponti”, 13x 20 cm.
Anche al piano terreno assegna a reception, hall, sala fumatori, ristorante e bar un disegno diverso. Qui la decorazione si stende anche sulle pareti verticali – lucide e lisce superfici che riflettono la luce smaterializzando il cemento – con le placche murate di maiolica bianca e azzurra dell’amico artista Fausto Melotti (con il quale all’epoca aveva già lavorato negli spazi della Villa Planchart a Caracas e per la sede Alitalia a New York, anni ’50).
Diverso è l’effetto cromatico sulle pareti rivestite con il mosaico di ciottoli di ceramiche (bianchi e blu, annegati nella malta bianca) prodotti da Ceramica Joo: la luce colpisce puntualmente le superfici convesse, per poi smorzarsi e assorbirsi nella naturale rugosità del fondo.
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. La hall con le ceramiche di Fausto Melotti. Foto Marco Zuppetta
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Le ceramiche di Fausto Melotti, dettaglio. Foto Marco Zuppetta
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Le Ceramiche Joo, dettaglio. Foto Marco Zuppetta
Ponti dà precise indicazioni anche sulla disposizione e la tipologia degli arredi. Nelle camere, le porte, i copriletto e gli imbottiti sono blu; le testate del letto sono in formica colorata bianca e blu attrezzate con portagiornali, mensole, abat-jour e pannello per il comando delle luci. Alle pareti sono appoggiate scrivanie e consolle con top in formica blu e cassetti, accoppiate con sedute Superleggera e poltroncine 829 di Arnestad Bruk. Per gli ambienti comuni, prevede diversi modelli di poltrone e sedie: oltre alla 829, la 802 di Carlo De Carli, la 696 di Cassina, la 865 (anche nella versione divano) e 814 di Ico Parisi, la 899 e la celebre Lisa o Otto Pezzi dello stesso Ponti. Il ristorante è arredato con la seduta senza braccioli 646 disegnata da Ponti.
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Una delle camere affacciate sul mare. Foto Marco Zuppetta
L’aspetto attuale del Parco dei Principi è il risultato di un lungo lavoro di recupero iniziato nel 1999, condotto dall’architetto napoletano Fabrizio Mautone. Il restauro è stato eseguito con un approccio filologico; sono state studiate le monografie, ricercati disegni e archiviati schizzi e documenti storici, procedendo per similitudini e discrepanze per restituire alla struttura il suo aspetto originario. Procedendo dall’interno verso l’esterno, compatibilmente con l’attività stagionale dell’albergo, sono state restaurate prima le camere (1999-2001) e poi le facciate (2003-2004), eliminando le superfetazioni e operando un lavoro di cuci-scuci per quando riguarda materiali e finiture, o sostituendo le parti gravemente danneggiate. Anche gli arredi sono stati recuperati, grazie al lavoro di esperti ebanisti che ha ridonato splendore ai legni delle sedute.
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. I lavori di restauro. Courtesy Fabrizio Mautone
Per celebrare i 50 anni dell’albergo, l’architetto ha allestito una mostra sull’opera di Parco dei Principi, che resterà permanente nella hall dell’albergo: un percorso di tavole, esemplari di arredi smontati e spiegati, disegni originali, fotografie e lettere firmate da Ponti – con approfondimenti sull’opera di Parisi e Melotti – che ripercorre il processo di realizzazione della grande struttura ricettiva, oggi parte del circuito museale del territorio napoletano.
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. La Superleggera, nell’approfondimento della mostra
Gio Ponti, Hotel Parco dei Principi, Sorrento, Napoli. Le ceramiche e gli arredi